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Street art oramai banale?
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Street art oramai banale?

Il real marketing nella street art sta alleggerendo il suo messaggio

Oggi è Santo Stefano e quindi ci avviamo verso la fine dell’anno quindi in questi giorni mi immagino che succederà ben poco attorno al mondo della street art.

Nei giorni precedenti, però, ci sono stati due topic principali che hanno catturato l’attenzione della maggior parte degli artisti, tutti forse alla ricerca di un po’ di pubblicità e di notorietà. Attenzione, non dico che sia sbagliato, ma voglio sottolineare anche in questo caso come la street art sia più un media di comunicazione che altro, sempre più legato al marketing.

Con l’avvento dei social c’è una tipologia di marketing che è diventato sempre più importante: il real time marketing. Detta in maniera semplice, consiste nel saper sfruttare al meglio una situazione e veicolare l’attenzione sui propri prodotti.

Questo è quello che è successo a Dicembre su due temi, uno probabilmente più importante dell’altro, ma qui lascio a te la libertà di scegliere: la guerra israelo-palestinese ed il caso Ferragni-Balocco.

In entrambi casi sono apparsi online, ed a volte sui muri delle città, opere di street art, principalmente poster poiché più facili da generare, che mi sono sembrati tutti uguali.

Questa corsa a dover essere il primo, il più veloce e catturare l’attenzione sta a mio parare abbassando la qualità delle opere e sta creando una specie di piattume da cui, purtroppo, non usciremo.

PS: per la cronaca aggiungo l’opera che più mi è piaciuta poiché accosta due concetti molto pop italiani che però richiedono attenzione su più livelli

Chiara Ferragni, il murale a Padova insieme a Fedez: «Attenzione  Pickpocket» con il pandoro in mano | Corriere.it
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