9 Commenti
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Avatar di Giulia Blocal

Bellissimo tema, Gian, su cui proprio in questi giorni sto riflettendo tanto (proprio stasera, al CVTà Street Fest, modero un dibattito dal titolo "La street art è morta?" feat. Alice Pasquini ed Elfo... ne sentiremo delle belle! 😂)

Also: Io quest'anno (cioè, la settimana prossima) sarò a Gulia Urbana :-) ci vediamo lì?

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Avatar di disagian

Grazie @Giulia! fammi sapere allora poi come è andato perchè sono molto interessato alla visione attuale, soprattutto da parte di chi ne fa parte (tipo: registratelo e mettetelo su youtube!).

E per settimana prossima nada :( ho inballo un viaggio grande e non ho potuto partecipare, ci si riprova il prossimo anno

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Avatar di Davide Tinelli

Ottima osservazione, ottimo spunto per riflettere. Personalmente (classe 1969) ho inizato a fare street art per caso, molto tardi verso i 50 anni, conoscevo molti street artist fin dai suoi arbori in Italia, quando a Milano ci si incontrava a Burger One, al muretto, a ballare la brake dance e a parlare di Rap, era il 1985, poi ci sono successe tante cose. A Newyork gia' nel 1990 l "graffiti" erano stati abbastanza emarginati ( la sabway che arrivava dal Bronx e da Brooklyn era gia bella pulita e non vi erano segni sui vagoni). Mentre qua si sciommiotava il ghetto, come a Berlino Londra, e Sydney , non ha mai smesso la tendenza. D'altra parte i piu' scaltri si sono dedicati al commerciale, gallerie d'arte e pubblicita' dei brand. I piu' colti invece si sono dedicati alle opere museali con attenti studi di cromatologia e percezione visiva, ma sempre tutti insieme molto attenti a non pestare i piedi ai poteri forti e bravissimi a stare nei ranghi, nei gruppi di appartenenza. Ritornando al discorso iniziale ho iniziato modificando i manifesti del romanticismo (50 manifesti di una mostra al quale ho appiccicato la faccia di Gene Simonson dei Kiss modificando la scritta da romanticismo a romanticKiss) . feci centro. Perche' migliaia di mIlanesi videro quei manifesti e qualcuno credette fosse una vera mostra. (riusci' il qualche maniera a cambiare i paradigmi della coscienza collettiva, avevo interferito con il pensiero diffuso, pubblicita',moda, consumismo) si informo' Angelo Crespi che lavorava alla Triennale(attualmente direttore della pinacoteca di Brera) e mi fecero fare una piccola pubblicazione).

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Avatar di Davide Tinelli

Successivamente Deodato Salafita mi regalo' un libro dove sosteneva che un artista dovesse investire inizialmente almeno 50 mila euro per farsi conoscere (mostre, pubblicazione opere,catalogo.ecc) A meno che non fosse uno street artist perche' poteva farsi conoscere senza bisogno di questi investimenti. Il mio obiettivo non e' mai stato il successo personale, ne essere considerato uno street artist, ma l'utilizzo del mezzo "mass-mediologico" per collegarlo attraverso sistemi informatici a contenuti di impegno politico e filosofico, racchiusi in una cornice distopica e letteraria che si ispira piu' a Orwell e Kubrick oltre a Kaith Haring e Andy Warhol. In questo senso non credo che la street art sia morta, al contrario la sua trasformazione e' in atto in questo momento. Basta saper cercare dove si sta evolvendo. con calma ma inesorabile.

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Avatar di Cupydo Art

Incredibilmente anche io come Giulia in questi giorni riflettevo sulla questione “ma cosa sta rimanendo della street art” e forse se pur banale e al quanto egoistica mi sono dato una risposta.

E quella risposta l’ho trovata proprio in uno dei miei ultimi lavori realizzato nel sottopassaggio di Molino Dorino, l’opera in questione è una porzione di muro ricoperta da centinaia di emoji stampate in 3d.

O meglio, inizialmente erano un centinaio, poi sono diventate 90, poi 80, e stamattina ancora di meno.

Quindi mi son detto: ecco cosa rimane della street art, o almeno della mia.

L’impronta, il passaggio, pezzi di intonaco staccato che formano un cuore o un pollice all’insù.

Un impronta lasciata da quel pezzo che qualcuno ha deciso a tutti i costi di staccare (e non è facile) e portarsi a casa, magari regalarlo alla fidanzata, ad un amico o semplicemente tenerlo per se.

Quel muro lo ha provocato così tanto da decidere che un pezzo di esso doveva essere suo.

E se la street art non è provocazione, davvero non ci resta più nulla.

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Avatar di Davide Tinelli

io sto mettendo i David Bowie in giro per Milano e altri manifesti con le immagini di new order (blue monday) stesso destino, staccano i manifesti di David Bowie, collegati ai qrcode dei miei progetti web. se non sono gli speculatori (galleristi e altri che ti conoscono ti sorridono davanti e ti fottono di dietro) che poi vogliono guadagnare vendendo i prodotti degli street artist, sperando che valgano qualcosa, se non sono loro, sono le persone normali che voglio possedere e staccano le opere. Tutto e' consumo, tutto e' trasformato in usa e getta. Ma qui sta il bello, accettare la sfida, trovare nuovi metodi, e soprattutto "cosa rimane ?" con il defit d'attenzione dovuto alla societa' appunto "consumistica" nella quale viviviamo. non so bisognerebbe parlarne, si c'e' il rischio di associazione a delinquere, un potere cosi' grosso in mano ad una banda di squilibrati ? bisognerebbe chiedersi se gli squilibrati sono quelli che sfidano il potere( che vince sempre) o chi mangia la merda e dice, a se stesso, che li piace.

https://davidosmo.wixsite.com/oxygen/01-a-i-a-1-map-share-of-neuro-sciencie

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Avatar di Cupydo Art
Jun 4Modificato

Se ti va vieni ad attaccare qualcosa nel sottopasso di Molino Dorino che sto cercando di trasformarlo in un laboratorio a cielo aperto di sperimentazione creativa.

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Avatar di Davide Tinelli

( non voglio occupare il dibattito ) ma consiglio a tutti di vedere questo film :

https://www.mymovies.it/film/2024/berlino-estate-42/

Per capire il senso profondo della parole " MANIFESTO" e " ATTACCARE" , ora che ci penso io iniziai a fare street art proprio al ritorno da Berlino nel 2010 circa, seguito dai servizi segreti della ex DDR che mi accompagnarono seguendomi con una mercedes nera con targa 666 fuori dalla Sassonia da Lipzig fino a Monaco. Stavo abbandonando mio figlio dopo due anni dei loro tribunali corrotti. Avevo svelato il vaso di Pandora, e dimostrato che l'anagrafe aveva fatto due certificati di nascita, piu' altre mille porcate, molte mie amici e amiche finirono in galera, qualcuno si suicido' , finimmo a Strasburgo, denunciammo che i tedeschi rapivano i bambini a tedeschi e stranieri, facemmo scrivere articoli in tutta Europa. Non abbiamo mai ottenuto niente , i nostri figli mai piu' visti ( o quasi ). Fu allora che mi misi a Milano a mettere manifesti ovunque fotocopie in A4 con la foto di mio figlio (6000 manifesti in 3 giorni attaccati al tergicristallo o sui muri) su scritto "la Germania ruba i bambini" andai alla questura e parlai con il vice questore :- ' questi li sto mettendo io ". venne la digos e fotografo' i manifesti, devono avere un bel fascicolo sulla mia vita, al momento opportuno lo useranno se gli servira' . Ma poi li mettevo davanti allo Deutsche Bank, loro lo sapevano, vidi un maggiolino old timer ( "German Look" per gli intenditori del'Air Cooler Boxer VW, il modello modificato style nazi) targato Germany. brutti ceffi si aggiravano per il quartiere porta Genova. Una sera ero seduto al Capetown, in via Vigevano, scende uno da una macchina con una giacca di pelle nera con una mano in tasca, un nazi, mi si avvicina a pochi metri, forse due metri , facendomi capire di avere una pistola in tasca. Stavo per girare il tavolino. Poi una volta che mi ha intimidito si e' girato e se ne e' tornato in macchina, si e' messo al telefono. Io smisi di mettere manifesti contro il rapimento dei figli in Germania. Dopo pochi giorni ricevetti da un mafioso mezzo pankabestia una feroce aggressione a testate in faccia. E considerate che io solo alto un metro e 90 e peso oltre 100 kg.

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