Ma quanto fanno paura i graffiti?
Non aver paura perchè la vernice e le idropulitrici ci proteggeranno da questo virus che rovina i muri delle città dando più spazio a nuove pubblicità 🪄
Soundtrack: Frankie hi-nrg mc - Quelli Che Benpensano
🗣️ “La città è nostra! Anzi no“
Nelle ultime settimane ho riflettuto su una tendenza che ciclicamente si ripresenta: l’ossessione per la pulizia dei muri urbani. Tempo fa avevo citato qui un ragazzo di Roma che sui social racconta con grande entusiasmo quanto ami ripulire i muri della sua città, eliminando lettering, graffiti e scritte con orgoglio. Apprezzo il modo in cui comunica questa cosa, perché è giusto amare la propria città e ciò che si fa. Non sono chiaramente dalla sua parte quando mescola le scritte politiche sui muri, le frasi antagoniste, le cavolate scritte da ragazzini con il vero e proprio graffiti writing.
Trattando tutto, per lo più, come un’unica forma di degrado.
La potenza dei social è quella di bombardarci sempre con gli stessi argomenti, facendoci pensare che il mondo giri tutto attorno a noi e quegli specifici temi. E così, nei giorni passati, mi sono imbattuto in un altro caso: a Londra, tra Shoreditch e Brick Lane, un team di pulizia sta cancellando graffiti da mesi con la dedizione di un’operazione di restauro rinascimentale. Il loro vanto? Farlo per garantire un quartiere migliore e favorire il commercio.
E poi c'è il caso di Milano. Nei giorni successivi al corteo per Dax è innegabile che ci siano state tensioni ed atti di protesta, tra questi non mancano le scritte sui muri; sottolineo, non si tratta di graffiti writing. Sui media è tornata dunque di moda la teoria delle "finestre rotte": sono state utilizzate queste scritte per sottolineare il fatto che i graffiti simboleggiano degrado e ciò non fa altro che generare altro degrado, una situazione da risolvere rapidamente per evitare ulteriori problemi. Se vuoi approfondire la teoria delle finestre rotte (broken windows theory), ho scritto un articolo più dettagliato sul mio sito.
Ecco la domanda: eliminare e condannare i graffiti significa davvero rendere una città più decorosa? O stiamo semplicemente inseguendo un’illusione di ordine che non risolve nulla?
“Il concetto di decoro è troppo spesso confuso con la sola pulizia visiva”
Comprendo perfettamente il punto di vista di chi desidera una città pulita per sentirsi più sicuro/a, rivendicando il diritto di appartenenza alla città. Ma siamo sicuri che la città sia davvero nostra? Perché a me sembra che le città siano sempre più spazi privati e che su di noi abitanti ricada il senso di colpa per qualsiasi cosa.
Negli anni ci è stata inculcata l’idea che la città è nostra, che gli spazi sono pubblici e che noi dobbiamo prendercene cura, ma in realtà questi spazi sono sempre più privati e di pubblico c’è sempre meno.
Quindi, prima di accanirci contro la vernice sui muri, forse dovremmo porci una domanda più grande: a chi appartiene davvero la città?
Il punto è che non tutto ciò che sta su un muro è vandalismo. A volte lo è, ma è anche arte che ci racconta una storia. Cancellare ed indignarsi non è sempre la soluzione giusta, a volte serve cercare di comprendere.
Imparare a scindere ciò che è una poesia, ciò che è scritta di protesta, ciò che è una dedica d’amore/insulto, ciò che è street art e ciò che è graffiti writing non è così difficile, ma se continuiamo a generalizzare allora andremo verso città grigie, senza colore, senza anima, ma con tante belle pubblicità disegnate sui muri.
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📹 YouTube
Il nuovo video uscirà tra qualche giorno: Brescia è la mia prossima meta. Nel frattempo, se te lo sei perso/a, ecco uno dei miei video preferiti: il quartiere Brixton di Londra. Una zona periferica, poco considerata, ma che nasconde tantissime opere di arte urbana. Pensare che qui sono apparsi alcuni dei primi Banksy!
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💡 Idee e tempo libero
Anche se è un po’ lunga per i miei gusti, ti consiglio di guardare o ascoltare l’intervista realizzata con i fondatori di Truly Design. PierCarlo è un ottimo creatore di contenuti e, in questo caso, è stato bravo a non spingersi troppo oltre nell’affrontare il tema dei graffiti. Nel video potrai scoprire come la spinta proveniente dal writing possa dare origine a forme d’arte diverse
Se invece vuoi solo rilassarti, allora usciamo totalmente dal mondo dell’arte e ti consiglio di guardare la nuova serie di Daredevil. Non pensare che si tratti di una classica serie dedicata ai super eroi poiché qui siamo lontanissimi: il concetto di vigilante è molto più crudo e dark. Non è importante che tu abbia letto i comics in passato, ma è fondamentale che tu abbia visto le serie precedenti.
🕵️ About Gian: “Ciao Gianluca!”
La notizia più interessante del mese è sicuramente questa: ho visitato tre location diverse per il mio nuovo podcast e progetto editoriale, e tutto si sta concretizzando. Tutto sempre indipendente, autonomo e pieno di dubbi, come piace a me, ma ho deciso di portare a termine questo progetto a costo di rimetterci soldi.
Andrà bene? Chi lo sa. Andrà male? Amen, almeno ci ho provato.
Un momento interessante del mese è stato l’evento Disney+ per il lancio della nuova serie di Daredevil. Tutto molto bello (trovi più informazioni a fine newsletter), ma il vero colpo è stato rivedere i miei grandi amici Art Of Sool, che mi hanno pure regalato una loro stampa numerata e firmata che si aggiunge alla mia collezione.
C’è stato modo di bere un caffè con Stefania e parlare del suo libro. Ho conosciuto questa ragazza mesi fa e abbiamo discusso di rigenerazione urbana, muri, street art, ecc. Ne ho parlato in una vecchia newsletter. A distanza di qualche mese ha terminato il suo lavoro, pubblicato tutto ed è stata molto gentile nel regalarmi una copia di Arte sui muri per salvare il pianeta (Qui info).
A volte la vita ti serve occasioni su un piatto d’argento, ed è importante coglierle: così mi sono ritrovato in un mini viaggio tra Brescia e Verona, dove ho avuto il piacere di conoscere Cibo, Millo e… Martha Cooper. Se questo nome non ti dice nulla, ecco un indizio: Martha ha immortalato la storia del writing e dei graffiti di New York. Uno dei suoi libri è praticamente la Bibbia del settore. Vederla all’opera a 82 anni è stato incredibile. Energica, macchina fotografica sempre in mano, pronta a catturare gli attimi più intimi. Avrei voluto farle mille domande, ma alla fine ho capito che certe persone non si interrogano: si osservano e si ascoltano.
“Eeeeee per la gente che….”
Dopo mesi sono tornato allo stadio. E non in un posto qualsiasi, ma in curva. Spoiler: dopo anni lontano dalla zona calda, ho ricordato perché me ne ero allontanato. Un tempo mi esaltava cantare, saltare e spingere tra la folla. Oggi? Anche meno. Da un lato si chiama maturità (o vecchiaia, scegli tu), dall’altro è solo che, staccandosi da certi ambienti, li si vede con occhi diversi e, osservandoli da fuori, si comprendono alcune dinamiche che, diciamo, lasciano a desiderare.
Storia disagio di questo mese: a Brescia sono andato a trovare i miei amici Ema e Simo (2/4 dei Viaggiantoni) nel loro ufficio. Il primo giorno nessun problema, il secondo giorno le colleghe mi hanno confuso per un corriere Amazon. Non ho capito come sia successo, sta di fatto che stavo per ritirare dei pacchi da spedire.
È stato un altro mese pesante, con tanti compleanni, tante cose da fare e gestire, ma almeno c’è qualcosa di positivo: è arrivata la primavera. E questo significa anche nuovi disagi e nuovi problemi, sicuramente nuovi amori e quindi (ripeto) nuovi disagi e nuovi problemi.
Ma li accetto a braccia aperte.
Come sempre se vuoi fare due chiacchiere ed approfondire qualcosa fatti sentire,
G.
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