Un tunnel rosso ed un vigilante
Un richiamo underground ed urbano per la nuova serie Daredevil: Rinascita
Quando il mondo urbano/underground incontra quello mainstream, il risultato può essere sorprendente. A volte la fusione è forzata, altre volte, invece, l’energia che si sprigiona è perfetta. Ma andiamo con ordine.
Qualche sera fa ho partecipato a un evento interessante a Milano: la presentazione della nuova serie Daredevil: Rinascita (titolo dell’evento An Underground Street-Art Exhibition). Come sai, è raro che io prenda parte a situazioni del genere, ma ero molto curioso di capire in che modo la street art potesse collegarsi a una serie TV come questa. Inoltre, la location era uno spazio metropolitano in disuso, un luogo di storie dimenticate, ma anche di inquietudine e fascino urbano.
Il tunnel, che in passato era un passaggio sotterraneo strategico e si estende per oltre 200 metri in un silenzio surreale, collega due estremi di Piazza De Angeli. Da qualche mese è stato reinventato come spazio espositivo e, per una notte, si è trasformato quasi in una dimensione parallela, perfetta per richiamare l’estetica di Daredevil: molto dark, cruda e avvolta da un rosso dominante.
Se non conosci Daredevil, potresti non cogliere subito il legame viscerale tra il personaggio e uno spazio buio, fatto di ombre. Ma fidati, è più forte di quanto sembri.
Lo spazio, già fortemente caratterizzato da un’estetica underground, è stato ulteriormente trasformato grazie al lavoro di alcuni artisti: Davide Vavalà, Handjobberz, Filippo Tincolini e Art Of Sool. Tra questi, solo gli Art Of Sool possono essere realmente ricondotti al mondo dell’arte urbana e della street art, mentre gli altri hanno avuto solo piccole contaminazioni con questa scena. Per questo, alcune scelte mi sono sembrate un po’ forzate, ma le opere si integravano perfettamente con l’ambiente e il concept dell’evento.
Naturalmente, mi sono focalizzato sui lavori dei SOOL, poiché non ho le conoscenze adatte per giudicare il lavoro degli altri artisti. I ragazzi della valle hanno saputo interpretare perfettamente lo spirito della serie. I muri realizzati nel tunnel erano inconfondibili: un mix potente tra lettering d’impatto (come la scritta DAREDEVIL) ed elementi figurativi che sfiorano il mondo dei comics.
Nel contesto generale, l’aspetto più apprezzabile sono stati i dettagli, forse casuali, forse voluti: i poster sbiaditi e strappati, le tag disseminate sulle pareti, le bombolette spray e i tappini sparsi qua e là. L’ambiente era volutamente sporco, vissuto e reale. L’imperfezione faceva parte dell’esperienza.
Anche se la mia visita è stata veloce, l’evento non mi è sembrato una semplice esibizione o presentazione, ma una vera esperienza immersiva, capace di trasformare il tunnel nel cuore pulsante di una notte in cui il rosso di Daredevil ha illuminato l’oscurità di Milano (Concedimi questa frase a effetto, che ci sta). Inoltre, l’approccio al mondo dell’arte urbana non è risultato eccessivo: non si è superato quel limite oltre il quale si rischia di strafare, ma si è cercato di ricreare un ambiente underground in sintonia con l’essenza della serie.
Apprezzo quando si riesce a mescolare mondi totalmente differenti senza esagerare, senza dover per forza ostentare. Quando si cercano contaminazioni con il mondo underground non si deve pensare solo alla parte estetica, ma anche al contesto, allo spazio, alle sensazioni…
Purtroppo il tunnel è rimasto aperto solo per una notte, ma per fortuna è stato realizzato un bel video che in meno di un minuto ti può dare un’idea di ciò che è stato: