Questo lo sapevo fare pure io 😕
E non parlo dell'opera, parlo del certificato di autenticazione dell'opera!
Bentrovato/a, io sono sempre disagian ed in questa newsletter troverai delle riflessioni su ciò che succede nel mondo dell’arte urbana, una raccolta di notizie, qualche consiglio ed un diario sul mese appena concluso. Supporta il progetto cliccando qui
🗣️ “Keep It Real: eravamo stati avvisati“
Novembre. L’Italia si riempie di “mostre di street art” come se piovessero. Una volta questa moda mi infastidiva, oggi invece la osservo con una certa ironia. Il fatto che grandi e piccole città facciano a gara per esporre street art tra le mura bianche di qualche spazio espositivo la dice lunga: questo movimento, nato per strada e pensato per la strada, è forse oramai stato addomesticato e messo in gabbia?
Parliamo di nomi. In quasi tutte queste mostre c’è un protagonista indiscusso: Banksy. Anche quando non c’è, in qualche modo c’è. Il problema? Lo sappiamo tutti: Banksy non autorizza nessuna di queste mostre. Quindi, se ti trovi davanti a un suo stencil incorniciato, sappi che può avere solo due origini: o è una stampa di una collezione privata oppure è stato strappato via dal suo habitat naturale (la strada) per essere venduto al miglior offerente.
Ora, la domanda che nessuno si pone: quelle opere sono davvero autentiche?
Siamo così sicuri che tutto ciò che vediamo in queste esposizioni sia vero?
Perché, diciamocelo, di Banksy ce n’è uno solo, eppure in giro per il mondo sembrano esisterne centinaia di quadri, tele, serigrafie... Quante di queste sono state realmente autenticate da Pest Control, l’unico organo che certifica il vero Banksy? (Se non sai come funziona, scrivimi e ti racconto il delirio che c’è dietro).
Vabbè ma questo lo potevo fare pure io!
L’ho sentita dire un milione di volte, sia davanti ad opera di Banksy che davanti ad opere di altr* artist*. E in effetti c’è una piccola parte di persone che non si è fermata a dirlo, ma ha deciso di farlo davvero: riprodurre perfettamente un’opera e venderla come se fosse vera.
E così, siamo arrivati ad una delle truffe più redditizie degli ultimi anni. Solo pochi giorni fa sono state sequestrate quasi 2100 opere false di arte contemporanea, per un valore di 200 milioni di euro. Tra queste? Ovviamente, falsi Banksy a volontà.
Come abbiamo fatto a cascarci?
La risposta è semplice: non sappiamo distinguere il vero dal falso.
Non sappiamo (o non vogliamo sapere) la differenza tra una mostra ufficiale, come quella di Glasgow, e una mostra farlocca che espone stampe di dubbia provenienza. Così, ci beviamo tutto. Dovrebbe esserci un rigido processo di autenticazione, ma qualcosa, evidentemente, sta andando storto.
E la parte più assurda? Banksy ci aveva già avvisati. Per anni sul suo sito ha pubblicato l’elenco delle mostre non autorizzate, quelle che sfruttano il suo nome senza il suo consenso. Ma siamo nel 2025, chi ha il tempo di leggere? Basta un bel titolo accattivante, il classico “Banksy & Friends” ed il gioco è fatto.
Tutt* ci cascano: il pubblico, i curatori/curatrici, le gallerie, i collezionisti/e. Una menzogna ripetuta abbastanza volte diventa verità. (NB: sto volutamente esagerando, non sentirti chiamat* in causa direttamente).
Siamo vittime di una gigantesca illusione. O forse è solo l’ennesima performance di Banksy, che si prende gioco di noi e ride mentre ci guardiamo allo specchio, convint* di essere più furbi di quello che siamo.
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Se sei alla ricerca di un bel regalo di Natale a tema street art non posso che suggerirti la guida di Parigi di Giulia. Cito spesso il suo blog e la sua newsletter poiché è un punto di riferimento per gli appassionati del genere e non c’è modo migliore di aiutarla nei suoi progetti se non supportandola.
Qui puoi trovare maggiori informazioni.
Uscendo dal mondo arte, ecco una serie che ti consiglio di vedere se ti piacciono i thriller: DISCLAIMER*. In questo periodo ho grande difficoltà a trovare qualcosa che mi appassioni e devo dire che questa serie è riuscita sin dal primo episodio a catturare la mia attezione
🕵️ About Gian: “Libri, radio, viaggi, fogli di giornale e TV!”
Novembre veramente molto impegnativo, ma con grandi soddisfazioni: come avevo premesso ad inizio anno, il 2024 sarebbe stato quello in cui avrei detto SI a tutte (o quasi) le proposte che mi sarebbero state fatte. E così sono approdato anche in televisione e sui giornali: dopo libri, tesi, radio, talk e podcast, ora tocca ai media di comunicazione di massa vecchio stampo.
Ad inizio mese mi sono ritrovato a girare per i quartieri di Milano seguito da una piccola troupe per registrare qualche contenuto che abbiamo poi utilizzato nella trasmissione Out Of The Wall: sono stato infatti il primo ospite di questo speciale progetto in cui si cerca di trattare l’arte urbana da diversi punti di vista. Ho realizzato anche degli editoriali video ad hoc per la trasmissione che aprono ogni singolo episodio (durano 3-5 minuti, puoi vederli anche si YouTube).
Per non farmi mancare nulla sono anche approdato su RaiPlay nella trasmissione Metropolis, precisamente nell’episodio 8. Finalmente ne posso parlare poiché non ho potuto raccontare nei dettagli questa cosa fino all’uscita del programma: verso Febbraio abbiamo registrato diversi contenuti in giro per Milano, parlando di arte, vandalismo, quartieri e street art. Il risultato finale, considerando la piattaforma su cui si trova (che ha tutta una serie di regole e di equilibri da rispettare) ed il pubblico a cui si riferisce, è ottimo.
Se mi segui su Instagram avrai notato che ho ripreso a postare settimanalmente con l’obiettivo di raccontare il background del mio progetto e parte della mia vita privata. Si tratta di un nuovo esperimento: voglio capire quanto realizzare un diario settimanale del genere può influire su chi, dal nulla, atterra per la prima volta su uno dei miei contenuti. Uno storytelling nuovo, ma che mantiene comunque il focus principale che mi caratterizza: se ho voglia bene, se non ho voglia amen.
Quindi lascio su Instagram gli altri racconti del mondo disagian, per dare un po’ di spazio al mondo Gian.
“Da quando sei famoso non rispondi più ai messaggi”
Questa è il messaggio che ho ricevuto qualche giorno fa da una ragazza. Ma d’altronde sono anche troppo famoso oramai per dedicarci del tempo (sarcasm).
Novembre è stato certamente il mese in cui ho sclerato di più, soprattutto in auto:
1 ora per trovare un dannato parcheggio in Porta Romana per bere qualcosa e fare serata con O 🤬
A/R in giornata per Firenze con sveglia alle 5 di mattina - 8 ore di auto facili facili
Traffico ovunque, sempre e comunque
Non odio l’autunno o l’inverno, ma il fatto di non poter girare in vespa mi devasta.
Il black friday come previsto è arrivato a durare un mese: ho raccolto il primo volantino cartaceo l’1 Novembre in un Mediaworld e da quel giorno non è uscito dalla mia testa. Novembre è l’unico mese in cui il mio lavoro influenza veramente tantissimo la mia vita, ma è finito.
Però posso dire che è anche il mese in cui ho raggiunto una consapevolezza molto profonda grazie alle sedute con la psicologa ed un libro che sto leggendo. Come discutevo con O la sera in cui ho perso un’ora a cercare parcheggio: la consapevolezza è un problema, ma sicuramente non ti fa smettere di bestemmiare.
Ti vorrei raccontare anche una storia legata al disagio, ma questa volta non ho più tempo.
PS: ma lo sai che basta scrivermi su Instagram e sono un libro aperto 😁!
Come sempre se vuoi fare due chiacchiere ed approfondire qualcosa fatti sentire,
G.
🗞️ Al di fuori di disagian
OUT OF THE WALL | Ospite nell’episodio 01 - L’evoluzione del muro
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Grazie mille, come sempre!!! Oggi mi recupero l'episodio di Metropolis, che figata che sei in tivvu!